Da oggi si può inviare la precompilata 2024 (redditi 2023). La Presidente ODCEC Udine Micaela Sette spiega le novità che incidono su emigranti rientrati, pensionati con casa oltreconfine e contribuenti con redditi esteri.
Da oggi pomeriggio e fino al 30 settembre è aperto il canale per l’invio della dichiarazione precompilata 2024 relativa ai redditi 2023: un passaggio che, quest’anno, introduce una serie di semplificazioni pensate per ridurre adempimenti e complicazioni, soprattutto per chi ha immobili, conti correnti o redditi di capitale all’estero.
A evidenziare il senso pratico delle novità è Micaela Sette, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine, che sottolinea come la procedura sia stata “snellita” e come questo rappresenti solo il primo aspetto positivo di un percorso di semplificazione più ampio.
Tra i cambiamenti più concreti, Sette richiama la gestione della rivalutazione dei terreni: fino allo scorso anno, i contribuenti interessati dovevano utilizzare il quadro RM della dichiarazione dei redditi; ora possono optare per il quadro L del modello 730, rendendo l’operazione più lineare per molti casi. È un tema tutt’altro che marginale: la rivalutazione torna spesso quando il contribuente intende vendere beni immobili. Ma, avverte Sette, il costo è oggi più impegnativo: l’aliquota della rivalutazione “si attesta al 16%”, molto distante dalle percentuali dei primi anni, quando non superavano il 3%. Proprio perché la norma viene prorogata di anno in anno, i commercialisti chiedono che il Governo la renda strutturale, così da dare certezza ai contribuenti.
C’è poi la novità che riguarda da vicino il Friuli Venezia Giulia, “terra di emigranti”: molti pensionati e rientrati erano costretti a presentare la dichiarazione dei redditi solo per un appartamento o un conto corrente mantenuti all’estero. «Ora tutte queste persone possono presentare il 730», spiega la Presidente Sette, estendendo la semplificazione anche ai redditi di capitale conseguiti all’estero soggetti a imposizione sostitutiva.
Un ulteriore passaggio, di forte impatto pratico, è la possibilità per il contribuente di chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate il rimborso dell’imposta a credito o di effettuare il pagamento dovuto anche in presenza del sostituto d’imposta: fino allo scorso anno, ricorda l’articolo, il rimborso passava obbligatoriamente dal datore di lavoro, che non sempre gradiva svolgere tale ruolo.
Resta un punto di attenzione: la precompilata non è ancora uno strumento “di massa”, perché richiede una certa dimestichezza con tecnologie e norme fiscali. E proprio qui si colloca il ruolo dei commercialisti: aiutare a controllare i dati, correggere le informazioni quando necessario e accompagnare i contribuenti nella scelta più adatta alla propria situazione. L’obiettivo, come sintetizza Sette, è chiaro: «evitare complicazioni consentendo di adottare sistemi snelli e meno onerosi anche economicamente».
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