Usura: in Friuli Venezia Giulia fenomeno “marginale”, ma con tassi e inflazione cresce il rischio. Sette: «Insistere sulla prevenzione»

Al convegno dell’Osservatorio regionale antimafia, la Presidente ODCEC Udine Micaela Sette richiama imprese e famiglie a non sottovalutare sovraindebitamento e stretta creditizia.

L’usura in Friuli Venezia Giulia resta un fenomeno numericamente contenuto, ma la regione non può permettersi di abbassare la guardia. L’aumento dei tassi di interesse, la pressione inflattiva e le situazioni di sovraindebitamento – sempre più frequenti – possono infatti spingere famiglie e imprese verso canali illegali di credito, soprattutto quando l’accesso al finanziamento bancario si fa più difficile. È il messaggio emerso dal convegno “Usura, prevenzione e contrasto”, promosso dall’Osservatorio regionale antimafia.

Nel corso dell’incontro sono stati richiamati dati che, pur limitati, aiutano a delineare la fotografia del fenomeno: dalla banca dati Sdi in uso alle forze di polizia risulta che a Trieste, nell’ultimo quinquennio, è stata presentata una sola denuncia per usura; dal 2012 a oggi le richieste di accesso al fondo dedicato sono state 18, tutte riferite a casi di usura bancaria e archiviate dalla magistratura. Ma proprio questi numeri, così ridotti, sono stati letti come un ulteriore motivo per rafforzare l’attenzione preventiva, prima che la pressione economica apra spazi a dinamiche criminali.

Sul punto è intervenuta la Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine, Micaela Sette, collegando il tema dell’usura alla contrazione del credito: secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, tra aprile 2023 e aprile 2024 i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti mediamente del 4,7% a livello nazionale; nel Nord Est il calo è stato del 7,4%, mentre in Friuli Venezia Giulia ha raggiunto il 10,3%. Un dato, ha spiegato Sette, legato anche al “crollo della domanda” innescato dall’aumento dei tassi. Da qui la conclusione: in regione l’usura non è un fenomeno conclamato, ma il tessuto socioeconomico è in rapida evoluzione e diventa quindi fondamentale “insistere sulla prevenzione”.

L’attenzione non riguarda solo le imprese. Secondo i dati richiamati al convegno, al 31 dicembre 2022 l’indebitamento medio delle famiglie in regione era pari a 22.540 euro. E mentre la Regione ha stanziato 450 mila euro nel 2024 per sostenere i soggetti sovraindebitati e ridurre il rischio di cadere nella rete degli usurai, resta aperta una sfida culturale: far emergere le situazioni di difficoltà in tempo utile.

Diversi interventi hanno insistito sul tema della denuncia e del supporto alle vittime. Il prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, ha ricordato che l’assenza di segnali significativi non equivale a tranquillità e che va mantenuta l’azione di monitoraggio, anche su cambiamenti repentini negli assetti societari che possono celare cessioni d’azienda come forma di “pagamento” del debito. Dal canto suo, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo ha evidenziato come la vergogna favorisca l’impunità dell’usuraio, mentre la commissaria straordinaria del governo Maria Grazia Nicolò ha richiamato la necessità di promuovere una vera cultura della denuncia e di rafforzare gli strumenti di tutela.

In questo quadro, il contributo dei commercialisti – e dell’Ordine – si colloca sul terreno più concreto: intercettare i segnali di fragilità economica, orientare verso percorsi legali e strumenti di composizione del debito, affiancare imprese e famiglie nella gestione finanziaria e nei rapporti con il sistema bancario. Perché la prevenzione, prima ancora della repressione, è la prima forma di protezione del territorio.

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Modificato: 22 Dicembre 2025